martedì 18 gennaio 2011

Blue Monk (Thelonious Monk & Pee Wee Russell)

  Al festival di Newport del 1963, George Wein ebbe la trovata di far suonare Pee Wee Russell, che i più associavano alla cerchia di Eddie Condon e dei vecchi Chicagoans, con il quartetto di Thelonious Monk; il quale Monk, reduce da una tournée dell’Europa e da una del Giappone, era in quel momento il jazzman di scuola moderna più popolare al mondo, dopo Miles Davis. Pee Wee, in realtà, si sentiva frustrato nell’angolo dei vecchi arnesi e dei revivalist in cui la critica e gli impresari lo relegavano, e già da un po’ aveva costituito con Marshall Brown un quartetto che aveva in repertorio composizioni di Tadd Dameron, John Coltrane, Ornette Coleman e, appunto, Monk.
  I due accettarono la proposta di Wein con piacere. Monk però, more solito, si mostrò allergico alle prove (anche con i suoi complessi, lui le prove le faceva sempre in pedana, a scrittura cominciata e talvolta inoltrata) e la cosa non andò giù a Russell, che un anno dopo, riascoltando quell’esibizione in un
blindfold test, si lamentò: «Niente prove, buttato in scena con un complesso con cui non c’entravo niente. E a me, comunque, quel genere di musica non piace». Certo è che Russell rimase sconcertato dall’abitudine di Monk di smettere di suonare per lunghi tratti (strolling), lasciando il solista solo con contrabbasso e batteria (in Nutty, per un intero chorus, si sente Pee Wee non sapere dove si trovi, finché Monk non rientra).
  I giudizi su quell’esibizione furono divisi. Che cosa ne pensasse Russell si è visto; Ira Gitler e Dan Morgenstern trovarono che i due avessero esibito una grande intesa e rispetto reciproci; per John S. Wilson del
New York Times, invece, «il risultato dell’incontro è stata la simultanea presenza in palcoscenico dei due e poco più». Quarto fra cotanto senno critico, a me l’incontro sembra molto riuscito, anche se è vero che a momenti Pee Wee sembra «to try a little too hard» con gli intervalli strani e le fuoriuscite dalla tonalità. Ma del resto, a chi riteneva che Russell volesse «fare il moderno» a tutti i costi, Coleman Hawkins – suo amico e ammiratore – rispose una volta: «Non sapete quello che dite. Lui ha sempre suonato così».

  Blue Monk (Monk) da «At Newport 1963 and 1965», Columbia 63905. Pee Wee Russell, clarinetto; Charlie Rouse, sax tenore; Thelonious Monk, piano; Butch Warren, contrabbasso; Frankie Dunlop, batteria. Registrato il 4 luglio 1963.

1 commento:

ubu re ha detto...

pee ala di gabbiano su sconfinato oceano frastagliato, molto bello.
rouse mi fa venire i brividi monk un genio equilibrista