mercoledì 18 agosto 2010

Conference Of The Birds

  Dave Holland, bassista supremo, come leader non mi ha mai persuaso , nemmeno (anzi, soprattutto) nelle sue intraprese degli ultimi quindici-vent’anni, quartetto quintetto e big band: formazioni impeccabili, luccicanti, dal tiro e dallo smalto sonoro impressionanti ma, questa è la mia impressione, prevedibili dall’A alla Z, pur se eccitanti (a piccole dosi).

  Questo disco in quartetto del 1972 è fra quelli che meglio contribuì a definire l’estetica ECM, quella che molti jazzfan oggi amano odiare. Holland ha da tempo cambiato rotta e ha smesso di incidere per Manfred Eicher da quel dì. Le atmosfere terse, tese al silenzio della più tipica musica ECM non mi hanno mai commosso, ma devo dire che «Conference Of The Birds» conserva una suggestione unica: tutto il disco, ma la title track in modo particolare, che è melodiosissima e suonata magnificamente. 
  Holland chiamò nella front line quelli che negli anni Settanta avrà tante volte come leader, Anthony Braxton e Sam Rivers, e alla batteria un altro del medesimo entourage, Barry Altschul, batterista-percussionista personalissimo e in seguito virtualmente scomparso, il cui lavoro alla marimba caratterizza il pezzo.

  Conference Of the Birds (Holland), da «Conference Of The Birds», ECM 829373-2. Anthony Braxton, sax sopranino; Sam Rivers, flauto; Dave Holland, contrabbasso; Barry Altschul, batteria, marimba. Registrato nel novembre 1972.


2 commenti:

Roberto ha detto...

Un brano ed un disco memorabili. Sicuro che questo livello non è più stato raggiunto dalle formazioni successive, ma in questo periodo di magra di idee i gruppi di Holland rappresentano almeno una certezza in positivo. Non ho mai capito poi le prese di distanza un po piccate di molti critici verso Eicher e la sua etichetta: ECM non ha mai scritto di essere una label di jazz, anzi, si è sempre aperta a più direzioni. Può piacere o meno, ma una sua strada personale l'ha tracciata e questo è indubbio cosi' come le decine di album entrati di diritto nella storia del jazz. Mi sembra molto più criticabile l'attuale politica della Blue Note tutta rivolta verso il mercato di consumo.....

Jazz nel pomeriggio ha detto...

Non avesse altri meriti, la DCM fa discutere gli appassionati di jazz: e comunque, di dischi belli ne ha editi davvero tanti.